“Vorrei investire una parte della liquidità che ho in giacenza sul conto corrente in qualcosa di “sicuro” tipo Titoli di Stato o Buoni fruttiferi Postali.” mi confidò il Cliente.
“Poi sto valutando di mettere in vendita un appartamento non locato e che non utilizzo, che per me è solo un costo… Così poi con il ricavato potrò estinguere il finanziamento che ho con la banca per la ristrutturazione della mia abitazione.”
Mentre spiegava tutto ciò, mi accorsi che cercava con lo sguardo un mio cenno di assenso… che però non arrivò.
“A quanto ammonta il finanziamento con la banca per la ristrutturazione di casa sua?” chiesi
“Eh, qualcosa come 80.000 €… Un finanziamento importante. Ma sono stato costretto a farlo: i lavori erano già iniziati e fino a quel momento ero convinto di finanziarmi con il Superbonus 110%, invece alla fine non ci sono rientrato!”
“Capisco… mi spiace molto. Purtroppo il Superbonus 110% ha fatto molte “vittime” come lei.”
“E quale durata e tasso d’interesse ha questo finanziamento?”
“10 anni, a rata mensile costante. Tasso d’interesse fisso all’8,2%. Un bel rendimento… per la banca però!”
“Precisamente. Per la banca. E qui sta il punto.” Stavolta il cenno di assenso accompagnò le mie parole.
Debiti ed investimenti sono come due facce della stessa medaglia.
Prima di investire le risorse che abbiamo disponibili, è sempre bene valutare se sia invece più opportuno destinare quelle stesse risorse all’estinzione (o almeno la riduzione) dei debiti che abbiamo contratto.
E questa valutazione va fatta confrontando per prima cosa i tassi d’interesse: quello “passivo” (e certo) del debito VS quello “attivo” (e un po' meno certo) dell’investimento potenziale.
Se il tasso d’interesse debitorio è quello più elevato, è prioritario destinare le risorse disponibili all’estinzione anticipata del debito, anziché per l’investimento.
Nel caso in questione, il Cliente aveva un grosso finanziamento decennale con TAEG (cioè tasso di interesse annuo effettivo) dell’8,2%.
D’altra parte, l’investimento che intendeva fare in Titoli di Stato e/o Buoni Fruttiferi Postali, avrebbe al massimo potuto generare un rendimento annuo netto tra il 3 ed il 4%, ad essere ottimisti.
Quindi, in questo caso la priorità era destinare la liquidità disponibile per anticipare l’estinzione del finanziamento, anziché per cominciare l’investimento.
E se invece di liquidità disponibile, il Cliente avesse avuto solo investimenti già in essere? Disinvestire per saldare il debito poteva essere una valida soluzione? Di base, il principio di confronto non cambia.
Si complica solo un po’ la valutazione, perché occorre aggiungere il costo del disinvestimento al mancato rendimento atteso.
Inoltre, in quel caso si potrebbero valutare alternative (più efficienti, ma non sempre applicabili) per ottenere la liquidità necessaria ad estinguere il debito utilizzando gli investimenti già esistenti, senza però disinvestirli.